Il caffè non è solo una bevanda, ma un elemento centrale della cultura italiana, particolarmente radicato nella tradizione napoletana. Tuttavia, dietro a questa quotidiana pratica si cela una storia affascinante: la tradizione del “caffè sospeso”.
Ma cosa significa esattamente “caffè sospeso”? In sostanza, si tratta di un gesto anonimo di generosità. Nel 2017, il celebre scrittore napoletano Luciano De Crescenzo ha dedicato un libro a questa pratica, intitolato “Caffè sospeso: Saggezza quotidiana a piccoli sorsi”. Quest’opera raccoglie il meglio dei suoi articoli, che mescolano filosofia greca e aneddoti della vita quotidiana italiana.
La leggenda metropolitana legata al caffè napoletano racconta di ordinare un caffè e pagarne due, in modo che il secondo sia disponibile per chiunque entri successivamente. Ma questo gesto va oltre la mera carità; è piuttosto un’opportunità di condividere un momento di piacere.
Sebbene non sia obbligatorio per tutti i bar, questa usanza sta tornando in voga. Si dice che sia nata nei bar della classe operaia di Napoli, durante la Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni difficili, pagare due caffè era un modo per esprimere solidarietà verso chi non poteva permetterselo.
Il caffè sospeso è diventato un simbolo di solidarietà sociale e popolare. La sua rinascita è stata incoraggiata dalla recessione globale del 2008. In Italia, eventi culturali e iniziative come la “Rete del caffè sospeso” hanno contribuito a far rivivere questa tradizione.
Oggi, questa pratica si è diffusa non solo in Italia, ma anche in altri paesi. Nel 2013, persino Starbucks nel Regno Unito ha aderito a un’iniziativa benefica basata sullo stesso concetto.
Ma come lasciare un caffè sospeso? La tradizione si è estesa al di là di Napoli, diffondendosi in tutto il mondo. Il caffè Gambrinus di Napoli ha reintegrato questa pratica in occasione dei suoi 150 anni di attività nel 2010, ispirando altri a seguire il suo esempio.